Con l'avvento del Cristianesimo, Papa Gelasio I bandì la libertà sessuale festeggiata durante la festa Pagana dei Lupercàli, l'attuale San Valentino.
La festa era celebrata per 3 giorni consecutivi, dal 13 al 15 febbraio, in onore del dio Fauno (da tutti chiamato Luperco), protettore del bestiame ovino e caprino dall'attacco dei lupi.
Uomini e donne si recavano in processione nel bosco e qui si prostrarono in atteggiamento di supplica, espiando e propiziando la transizione dai mesi invernali alla purificazione per la nuova stagione di rinascita primaverile della natura.
L'Oracolo Etrusco li invitava a sacrificare un caprone e tagliare la sua pelle a strisce.
Giovani sacerdoti chiamati Luperci, seminudi con membra spalmate di grasso, una maschera di fango sulla faccia e le strisce di pelle del caprone in mano, correvano saltando e colpendo con queste fruste, sia il suolo per favorirne la fertilità, sia le donne che erano al rituale per favorire loro la fecondità.
In questo rituale i Sacerdoti erano sia caproni che donavano la fertilità dell'animale (considerato sessualmente potente) alla terra e alle donne, sia lupi nella corsa sino allo sfinimento, intesa come un invisibile recinto magico creato per i pastori a protezione delle loro greggi dall'attacco dei lupi.
L'offerta del caprone infatti, era per placare la fame dei lupi assalitori.
Un altro rito legato alla terra e la sua fertilià, senza la quale le nostre tavole sarebbero vuote.
Invece di festeggiare il 'solito' San Valentino con fiori recisi e cioccolatini, fai una passeggiata consapevole in un bosco, accompagnato/a da chi ami e tocca la terra, ringraziandola.